Perché scegliere fertilizzanti di origine organica
Stefano Di Pietro • 2 febbraio 2021
L’utilizzo di fertilizzanti organici sembrerebbe la soluzione ideale da utilizzare nel settore agricolo, data che si assicura protezione per il terreno e l’ecosistema, tuttavia, dalla Rivoluzione Industriale a oggi è stato prediletto l’utilizzo di fertilizzanti artificiali.
Negli ultimi anni la tendenza sembra in reversione e tante aziende agricole, votate alla bandiera del biologico, hanno ricominciato a utilizzare fertilizzanti organici per la loro importantissima caratteristica di non causare danni all'ambiente e favorire la proliferazione di insetti e microrganismi dalla funzione importante.
Negli ultimi anni la tendenza sembra in reversione e tante aziende agricole, votate alla bandiera del biologico, hanno ricominciato a utilizzare fertilizzanti organici per la loro importantissima caratteristica di non causare danni all'ambiente e favorire la proliferazione di insetti e microrganismi dalla funzione importante.
Le ragioni del successo e il circolo vizioso dei fertilizzanti artificiali
Il successo dei fertilizzanti artificiali nel settore primario non è dovuto soltanto alla loro capacità di accelerare i tempi di coltivazione, ma dipende anche da una connotazione culturale tipica degli ultimi due secoli che puntava al guadagno, all’efficienza e alla competizione. L’utilizzo di sostanze chimiche come azoto, fosforo e potassio aggiunte senza criterio non aveva il solo vantaggio di ricaricare il terreno di sostanze nutritive, ma eliminava la necessità di utilizzare sistemi di rotazione per far riposare il terreno.
Purtroppo, a lungo andare i fertilizzanti artificiali hanno portato a un impoverimento dei terreni a causa del loro costante utilizzo, hanno inquinato le riserve di acque sotterranee e decimato la biodiversità delle nostre campagne, colpendo sia la flora sia tante specie di insetti e microrganismi.
Fertilizzanti organici: una differenza anche culturale
I fertilizzanti organici, a differenza di quelli artificiali, non impoveriscono il terreno ma favoriscono un naturale rinnovo delle sostanze nutritive. Anche in questo caso la vera differenza è “culturale”: scegliere un metodo più naturale e meno aggressivo è sicuramente sinonimo di una maggiore attenzione per l’ecosistema. Un approccio lungimirante è essenziale se vogliamo che le future generazioni abbiano ancora una Terra sulla quale costruire una vita e un futuro.
È inoltre importante sottolineare che la scelta di una produzione più ecosostenibile non si traduce necessariamente nella riduzione delle possibilità di ottimizzazione: in un sistema ben rodato e funzionale le aziende agricole possono ottenere i loro concimi direttamente da allevamenti locali, con la creazione di lavoro e rapporti di reciproca fiducia tra diverse realtà. Proprio come accade in natura.

La shelf-life, ovvero il periodo di conservazione dopo la raccolta , è un fattore fondamentale per la qualità e il valore commerciale di frutta, verdura e fiori. Fortunatamente, esistono diverse strategie che, applicate già durante la coltivazione, possono aumentare significativamente la shelf-life dei vostri prodotti, riducendo le perdite e garantendo un raccolto fresco e appetibile per un periodo più lungo.

L'adozione di pratiche di concimazione mirata e l'utilizzo di prodotti di precisione non solo portano benefici ambientali, ma anche vantaggi economici per chi lavora la terra La riduzione degli input di fertilizzanti non solo preserva la salute del suolo e dell'ecosistema circostante, ma aiuta anche a contenere i costi di produzione.

Integrare i prodotti biologici e di origine vegetale nella vita quotidiana è più accessibile che mai. I mercati a chilometro zero, i negozi specializzati e persino i supermercati tradizionali offrono una vasta gamma di opzioni che consentono a chiunque di abbracciare uno stile di vita più sano e sostenibile.